Il PARCO E IL PATRIMONIO BOTANICO

Intorno agli edifici di Villa Asquer si estende un polmone verde di 23 ettari, un parco di significativa importanza paesaggistica e culturale. Un patrimonio anche ambientale, che per le sue caratteristiche naturali è sotto tutela paesaggistica della Regione Autonoma della Sardegna dal 1990.
Questa grande area per Francesco Morelli, che la ha acquistata nel 1977 e ne ha pianificato l’aspetto che ha oggi, è sempre stata prima di tutto un luogo di riflessione ed espressione di sé. È per questo che a zone boschive che crescono in modo naturale si alternano testimonianze storico-architettoniche e fontane ornamentali, un eccezionale bosco esotico, giardini all’italiana e alberi da frutto. Un luogo senza tempo, insieme antico e moderno, che ha bisogno di cure costanti per conservare la sua magia.

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L’AREA DEL PARCO

Nel parco prende vita una commistione di arte, storia e natura in cui le 2100 palme sono l’elemento di primo piano. Insieme testimonianza naturale e elementi architettonici a tutti gli effetti, definiscono e uniscono aree specifiche del complesso. Sono le palme ad accompagnarci nell’esplorazione del parco. Le 24 specie provengono da diverse aree geografiche del pianeta e costituiscono un patrimonio botanico, culturale e paesaggistico di rilievo.

L’AREA BOSCHIVA

L’area boschiva del complesso di Villa Asquer è uno spazio sospeso a metà tra crescita semi controllata e conservazione di un prezioso equilibrio tra specie animali e vegetali. Estesa ben 12 ettari, il 41% della superficie totale, ha bisogno di manutenzione specifica, continua e qualificata per preservare le risorse ambientali e architettoniche presenti. Ogni giorno, la cura dedicata al parco protegge l’importante patrimonio, non solo culturale, della tenuta Asquer.

Per fisionomia e qualità l’area boschiva si può suddividere in tre aree.

Un’area di circa un ettaro è riservata all’eccezionale convivenza tra piante tipicamente mediterranee e varietà esotiche, provenienti da diverse aree geografiche del pianeta. Accanto alle specie eliofile e termofile (che amano il sole e il clima caldo ) tipiche del Mediterraneo, come il pino d’Aleppo (pinus halepensi) e il leccio (quercus ilex), l’olivastro (olea europaea var. sylvestris), il lentischio (pistacia lentiscus), l’iltatro sottile (phyllirea angustifolia) e l’alaterno (rhamnus alaternus) crescono esemplari esotici provenienti da tutto il mondo. Per dare vita a questo bosco dalle atmosfere tropicali, le piante esotiche sono state inserite nel nostro contesto ambientale ed ecologico con un processo graduale di adattamento (acclimatazione). Ogni giorno, questa coesistenza in un ambiente insolito richiede azioni precise, per conservare il sorprendente aspetto scenografico e il delicato equilibrio tra specie di esigenze ecologiche differenti

Un’area di circa due ettari, il bosco mediterraneo ci permette di immergerci tra i profumi e i colori della vegetazione autoctona. Questa zona del complesso è il risultato di un’opera di messa a dimora umana lunga forse secoli e ora è libera di evolversi in modo naturale, indirizzata solo da interventi minimi. Qui cresce una pineta popolata da alberi come  pini d’Aleppo (pinus halepensis) e lecci (quercus ilex) e da arbusti come  olivastri (olea europaea var. sylvestris), lentischi (pistacia lentiscus), ilatro sottile (phyllirea angustifolia) e alaterni (rhamnus alaternus).

Nel 2015 una tromba d’aria ha abbattuto un grande numero di alberi nella zona , e modificato in modo radicale l’aspetto del bosco, Nell’area priva di vegetazione che si è creata  sono state inserite nuove specie autoctone, con  una messa a dimora massiva (piantumazione) di nuovi esemplari. Questa impegnativa operazione ha incrementato la quantità e la qualità delle specie presenti: querce da sughero (quercus suber), carrubi (ceratonia siliqua), olivi (olea europaea), arbusti come il corbezzolo (arbutus unedo) e viburno tino (viburnum tinus).

Distribuita su 7 ettari, la pineta è l’area più naturale della proprietà . Per preservare la biodiversità, viene lasciata crescere secondo le sue dinamiche naturali. Così, si favorisce l’insediamento della flora spontanea e della fauna selvatica. Anche questa superficie nel 2015 ha subito un parziale disboscamento a causa di intensi eventi metereologici.  La copertura arborea di pini d’Aleppo che caratterizzava la zona è stata drasticamente ridotta .

Una manutenzione differenziata

Queste tre zone boschive, così diverse per specie ed estensione, richiedono una manutenzione specifica. Il bosco esotico, attraversato da tre sentieri in acciottolato, ha bisogno di irrigazione di supporto per garantire la sopravvivenza  delle specie presenti. Allo stesso tempo, è anche necessario contenere la vegetazione spontanea, perché la sua crescita non danneggi le specie esotiche.

Il bosco mediterraneo e la pineta sono liberi di evolversi in modo naturale, con interventi minimi di manutenzione e supporto. Le operazioni nell’area si limitano a preservare la viabilità, rimuovere gli alberi secchi e a contenere le erbe infestanti.

I GIARDINI

Oltre alle zone boschive, la tenuta custodisce giardini e aree verdi per 8 ettari di superficie. Questa è l’area che richiede la manutenzione più impegnativa e attenta per preservare l’integrità e la salute di vegetazione e sentieri. Accanto a spazi che si ispirano ai giardini all’italiana, con sculture vegetali di siepi formali, sono presenti arbusti aromatici autoctoni, piante e alberi da frutto .
Durante tutto l’anno i 4.5 ettari di tappeti erbosi, i 10 chilometri di siepi formali di diverse altezze, le 2100 palme, i tanti alberi e arbusti e la rete articolata di sentieri richiedono una presenza puntuale e costante. Le attività di irrigazione, fertilizzazione, potatura, falciatura, monitoraggio e contrasto delle patologie, rimozione delle infestanti e il mantenimento della viabilità sono all’ordine del giorno.

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